13 aprile 2012. Isole sì, ma non isolate. Almeno per quanto riguarda l’energia. Gran Bretagna e Islanda potrebbero presto essere collegate da cavi ad alto voltaggio sul fondo dell’oceano che porteranno l’energia geotermica dei vulcani islandesi alle abitazioni dei sudditi di Sua Maestà.
Il sottosegretario per l’Energia Charles Hendry, che ha parlato con il Guardian del piano, si recherà in Islanda a maggio per discutere del progetto, al quale gli islandesi sarebbero molto interessati. Quelli con l’Islanda sarebbero i più lunghi di una serie di interconnettori elettrici che entro il prossimo decennio collegheranno l’energia eolica e delle onde dell’Europa settentrionale con quella solare dell’Europa del sud e del Nord Africa, rendendo più stabile la fornitura di energia rinnovabile e riducendo così la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.

Al momento la Gran Bretagna può contare su soltanto tre interconnettori, uno tra Scozia e Irlanda del Nord, uno con la Francia e uno con l’Olanda, ma altri nove sono in fase o di costruzione o di progettazione. Il prossimo che aprirà, collegherà l’Irlanda al Galles, inaugurando così l’importazione nel Regno dell’energia delle onde proveniente dalla costa atlantica irlandese. Un altro ambizioso progetto collegherà il Regno con l’isola di Alderney, dove onde molto forti potrebbero produrre fino a 4GW di elettricità, e da Alderney alla Francia, dove una nuova centrale nucleare verrà costruita a Flamanville. Accordi commerciali per la costruzione del collegamento sono stati firmati già a febbraio.

La Gran Bretagna è sempre stata indipendente dal punto di vista energetico, ma con le riserve di petrolio e gas nel mare del Nord in declino, il futuro purtroppo punta verso una crescente dipendenza dalle importazioni. I cavi interconnettori sono dunque, nelle parole di Hendry “una parte assolutamente cruciale della sicurezza energetica e di una fornitura di energia a basse emissioni”. Se l’intera rete venisse costruita, gli interconnettori potrebbero rifornire il Regno di un terzo del suo fabbisogno.

Pur restando un progetto di una certa complessità dal punto di vista ingegneristico – ogni chilometro di cavo contiene 800 tonnellate di rame – gli interconnettori possono essere costruiti piuttosto in fretta, al ritmo di 30 chilometri al giorno. E anche se richiedono grossi investimenti, a lungo termine sarebbero i più vantaggiosi. Il collegamento tra la Gran Bretagna e l’Olanda, costruito nel 2011, è costato 500 milioni di sterline. Ma secondo Doug Parr di Greenpeace gli interconnettori sono il modo più economico di supplire alle momentanee interruzioni della fornitura di energia eolica “perché si evita il costo di costruire centrali”.

“Compreremo ovviamente energia quando il vento non soffia, ma gli interconnettori ci permetteranno di venderla quando soffierà e le nostre fonti di energia eolica sono le migliori d’Europa”.

fonte: ansa.it

Energia da vulcani Islanda a case Gran Bretagna