27.05.2012 CATANIA – “Si sta facendo allarmismo, e in qualche modo anche terrorismo approfittando dell’emotività del momento per fare pressione e accaparrarsi qualche centinaio di milioni di euro per la prevenzione sismica”. E’ durissimo Stefano Gresta, presidente nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), nei confronti di quegli esperti che nei giorni scorsi, all’indomani del terremoto in Emilia, hanno detto di avere previsto quella scossa e annunciato un terremoto molto più potente e distruttivo al sud Italia, in particolare in Calabria e Sicilia, dove un sisma di magnitudo 7.5 potrebbe verificarsi a breve.
E’ una risposta dura e diretta che sembra aprire un fronte di scontro con l’Enea, altro ente di ricerca pubblico: è stato infatti il direttore del centro ricerche Enea di Bologna, Alessandro Martelli, a “predire” che un terremoto catastrofico, molto più forte di quello dell’Emilia o dell’Aquila, possa colpire “nei prossimi mesi o in un anno o forse due”, le estreme regioni meridionali italiane. A supporto Martelli ha citato i risultati di tre algoritmi utilizzati da varie equipe impegnate sul fronte della previsione dei terremoti. Una “previsione” che ha scatenato ansia e paura soprattutto sul web, dove la notizia è rimbalzata e condivisa di bacheca in bacheca su Facebook e di tweet in tweet, provocando commenti e discussioni a valanga.
Gresta però ha deciso di accantonare la diplomazia e smentire seccamente queste affermazioni, con dichiarazioni destinate a fare rumore nel campo scientifico e non solo. Stefano Gresta era a Nicolosi, nella sede del Parco dell’Etna, per partecipare alla presentazione della nuova carta vulcano-tettonica, che ha disegnato, dopo 30 anni, la struttura aggiornata del più grande vulcano attivo d’Europa. Una carta frutto di anni di lavoro da parte degli esperti dell’Ingv di Catania in collaborazione con l’Istituto di ricerche planetarie del centro aerospaziale tedesco e con l’utilizzazione di tecnologie utilizzate per l’esplorazione di Marte. Un lavoro fondamentale – come ha sottolineato il commissario del Parco Ettore Foti – per la pianificazione urbanistica e la prevenzione del rischio sismico e vulcanico in un’area sulla quale vivono 700 mila persone.
Dunque, ha argomentato Gresta, “sappiamo che la Sicilia orientale è ad alto rischio sismico, ma lo sappiamo non perché ora sarebbe stato messo a punto un esperimento scientifico, ma da quello che ci dice la storia. Le previsioni attualmente hanno un margine di errore e di incertezza troppo ampio per poter essere utilizzate nella pratica. E chi ha fatto quelle previsioni non ha detto quanti falsi allarmi ha generato negli anni quello strumento, quante volte è stato previsto un evento che poi non si è verificato. E che facciamo, spostiamo milioni di persone per due anni e blocchiamo mezza Italia per un evento che magari poi non si verificherà?”
Anche l’Ingv, ha annunciato Stefano Gresta, adesso sta sperimentando un algoritmo di previsione che, relativamente alle zone colpite dell’Emilia, dà una certa probabilità del verificarsi di un terremoto di magnitudo superiore a 4 o a 5.5: “Vi posso dire che nelle prossime 24 ore c’è il 28% di probabilità per un sisma di magnitudo 4 e l’1% per la magnitudo 5.5, ma si tratta solo di probabilità. E noi adesso daremo ogni giorno questi dati alla Protezione civile”. Ma, ha ammonito il presidente dell’Ingv, “bisogna fare attenzione a chi fa allarmismo e per quali fini. Fare prevenzione è giusto e va fatto prima possibile, ma non può essere un solo Ente a ricevere i fondi per farla”.
di Turi Caggeggi
Fonte: LAREPUBBLICA.IT