ROMA 24.09.2012. Il governo ha dato il via libera al disegno di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. Su proposta dei ministri delle Politiche agricole, dei Beni culturali e dello Sviluppo economico, di concerto con i ministri competenti, il provvedimento individua quale strumento primario per la difesa del territorio dalla cementificazione un limite massimo alla edificabilita’ dei terreni agricoli, che abbia la funzione di vincolare la possibilita’ di condizionare e modificare gli strumenti urbanistici vigenti. In Italia ogni giorno si cementificano 100 ettari di superficie libera. Dal 1956 al 2012 il territorio nazionale edificato è aumentato del 166%.
La perdita di superficie agricola impedisce al Paese di soddisfare completamente il fabbisogno alimentare nazionale e aumenta la dipendenza dall’estero. Il provvedimento ha innanzitutto l’intento di garantire l’equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili. Inoltre promuove l’attivita’ agricola in modo da conciliarla con le istanze di salvaguardia del territorio in modo che il suo mantenimento contribuisca a una corretta gestione dei suoli, assicurando la diminuzione del rischio di dissesti idrogeologici. Il provvedimento identifica come terreni agricoli tutti quelli che, sulla base degli strumenti urbanistici in vigore, hanno destinazione agricola.
E introduce un meccanismo di individuazione, a livello nazionale, dell’estensione massima di terreni agricoli edificabili (ossia di quei terreni la cui destinazione d’uso può essere modificata dagli strumenti urbanistici). Il provvedimento prevede il divieto di cambiare la destinazione d’uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o di aiuti comunitari. Con l’intento di dissuadere dalla dissipazione dei suoli il provvedimento si propone di stabilire il principio secondo il quale i terreni che hanno usufruito di misure a sostegno dell’attivita’ agricola non possano subire un mutamento di destinazione d’uso per almeno cinque anni.
Viene incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l’attivita’ di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti. Poi, istituisce un registro al ministero delle Politiche agricole per identificare i comuni interessati, i cui strumenti urbanistici adottati non prevedono l’ampliamento di aree edificabili o un aumento inferiore al limite determinato dalle Regioni, che possono chiedere di essere inseriti.
Fonte: www.ansa.it