Catania, feb. 03. “Abbiamo assistito per troppo tempo impotenti al saccheggio delle risorse naturali del sottosuolo siciliano, ma è ora di cambiare musica”. È molto esplicito il vicepresidente dei geologi di Sicilia e già componente del Consiglio Regionale delle Miniere Carlo Cassaniti (nella foto) sul tema delle risorse presenti nel sottosuolo siciliano.
“In tutti i settori estrattivi –ha affermato Cassaniti- dalle cave alle miniere, dagli idrocarburi alla geotermia la regione siciliana non è riuscita a dotarsi di un piano regionale per le attività estrattive. Solo per le cave, dopo aver atteso 30 anni, è stato approvato un piano regionale che al momento consiste esclusivamente in una perimetrazione di aree vocate all’estrazione. Mancano infatti le norme tecniche di attuazione che dovrebbero regolamentare l’intero settore”. Cassaniti passa in rassegna qualche numero.
“Nel settore degli idrocarburi-continua il geologo-, la Sicilia è diventata la terra di conquista dei cercatori dell’oro nero. Infatti nella nostra Isola, solo nella porzione di territorio emerso, viene estratto il 12% della produzione nazionale di greggio a fronte di bassissime royalties che lasciano solo briciole ai territori. Occorre fermarsi con i nuovi permessi di ricerca e redigere, finalmente, un Piano Regionale delle Attività Estrattive che armonizzi tutte le leggi regionali che al momento regolamentano il settore, alcune datate ed altre non più compatibili con le attuali norme ambientali nel tempo subentrate.
Nel nuovo Piano –aggiunge- dovrà essere focalizzata la problematica legata alla possibilità di coltivare nuovi giacimenti in aree ad elevato rischio sismico. Il caso di una recente istanza di ricerca nella Valle del Belice, testimonia che ancora su questo argomento siamo all’anno zero”. Il vicepresidente dei geologi di Sicilia auspica che “il presidente della regione Crocetta conduca la sua rivoluzione anche in questo delicatissimo settore, al fine di fare giustizia ad una terra che da diversi decenni è stata oggetto di speculazione ambientale che ha arricchito pochi lasciando ai siciliani solo malattie e false aspettative”.