(ANSA) – PALERMO, 15 NOV – Un’onda di mare nero a coprire le coste della Sicilia meridionale e orientale, di Pantelleria e tutte le isole del Canale di Sicilia fino a Lampedusa e Malta: questo il risultato delle simulazioni sui rischi da petrolio nel Canale di Sicilia realizzate per il Wwf dall’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste (Ogs) e presentate in un convegno a Palermo.
L’Ogs ha simulato cosa succederebbe in caso di incidente a una piattaforma petrolifera nel Canale di Sicilia: le rotte della marea nera, gli impatti sulle coste, scenari diversi a seconda delle diverse condizioni ambientali, meteo-climatiche, nelle diverse stagioni, realizzati sulla base di dati oceanografici medi dell’area e sui dati medi di incidenti già successi. Secondo il report, un unico sversamento nel Canale “sporcherebbe” gravemente non solo le coste di Pantelleria, ma anche di tutta la Sicilia meridionale e orientale, le Egadi, fino a Lampedusa e addirittura Malta, con impatti devastanti sulla biodiversità, la salute del mare e delle coste, e conseguentemente il turismo, la pesca e tutti i sistemi economici che in quelle aree dipendono strettamente dal mare. Il Wwf ricorda che, secondo stime ufficiali, sulla base dei dati forniti dallo stesso ministero per lo Sviluppo economico, nei nostri fondali marini ci sono 10,3 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe, che stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole sette settimane.
Nel Canale di Sicilia ci sono attualmente tre concessioni di coltivazioni idrocarburi (due Eni Mediterranea Idrocarburi, una Edison Eni), 33 pozzi in produzione e 16 pozzi in attesa di andare in produzione. (ANSA).