17 dicembre 2014 – La geotecnica divide ancora una volta i Geologi dagli Ingegneri. E’ infatti durissimo l’intervento del vicepresidente del Consiglio Nazionale dei Geologi sulla competenza professionale in materia di geotecnica tra geologi ed ingegneri.
Riportiamo di seguito il testo integrale della nota pubblicata sul sito del CNG.
GEOLOGIA E GEOTECNICA. UN PO’ DI CHIAREZZA. FINALMENTE.
di Vittorio d’Oriano, Vice Presidente del Consiglio Nazionale Geologi
Ho letto con interesse l’articolo a firma di Raffaele Solustri comparso, ma reso subito irreperibile, su Ingenio qualche giorno fa sebbene portatore di una posizione che tutto fa meno che chiarezza non già sull’oggetto e il contenuto quanto piuttosto per la posizione “politica” che se ne ricava e che a me appare almeno ondivaga.
Intanto desidero precisare che i contenuti della Relazione Geologica così come esposti nell’articolo ricalcano quanto scritto nelle NTC sulle quali ho già dato il mio contributo e intendo stendere un velo pietosissimo giacché non riconosco a nessuno, al di fuori del Consiglio Nazionale Geologi, l’autorità di dare indicazioni al riguardo. In special modo non lo riconosco al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che non ha voluto ascoltare con serietà e lungimiranza le indicazioni che dal CNG sono venute riguardo a questo specifico argomento. Della serie i geologi decidono loro quali debbano essere i contenuti di una efficace Relazione Geologica e non delegano nessun altro a farlo.
Perciò cominciamo a dire che ciascuno deve stare al suo posto. Allora si che faremo chiarezza.
Ciò detto, sulla questione Geotecnica io non posso non richiamare quanto stabiliscono decreti e sentenze. La questione, con buona pace di alcuni che insistono a volerne discutere, è chiusa: la geotecnica è materia concorrente fra geologi e ingeneri.
L’attuale Consiglio Nazionale Geologi, fin dal suo insediamento, ha ricercato comunque una strada condivisa per dare senso compiuto a questo termine: concorrente. Oggi apprendiamo che i nostri sforzi, genuini e leali, non solo non sono stati recepiti ma neanche vengono considerati.
Questa si che è chiarezza. L’idea che stesse cominciando una nuova stagione, dove collaborazione e sinergia avessero finalmente il sopravvento sulle diversità e i distinguo, se non è tramontata è molto vicina ad esalare l’ultimo respiro. E il voto in Consiglio Superiore sulle nuove NTC è stato segno evidente di un malessere cui hanno contribuito, e non poco, i soliti noti. Ed essi forse volevano scardinare l’identità di vedute e di intenti che stava faticosamente ma intelligentemente maturando.
Allora credo sia il momento di affermare che concorrente ha almeno tre significati: concorrenti sono coloro che partecipano al medesimo concorso, o alla stessa competizione ma, in entrambi i significati, non è il nostro caso.
Noi preferiamo il terzo: è concorrente colui che partecipa a produrre lo stesso risultato. E i geologi rivendicano il diritto pieno di interloquire e di dire la loro sulla materia geotecnica. Noi non vogliamo interloquire su tutto ciò che si sviluppa sopra il piano fondazione ma vivaddio abbiamo le competenze, talune addirittura esclusive, di dire la nostra su quanto c’è sotto quel piano e, meglio e più degli ingeneri geotecnici, abbiamo le conoscenze per armonizzare queste conoscenze a quelle geologiche più generali dell’area: con la loro storia e con la loro evoluzione.
Voglio ricordare a quanti fanno finta di non saperlo che le prime idee di microzonazione sismica, ovvero si direbbe oggi sugli effetti locali, e i primi ragionamenti compiuti sugli effetti sismici sulle strutture si sono sviluppate in modo organico in Italia all’indomani del terremoto del Friuli del 1976 e sono stati i geologi ad evidenziare il problema e dare le prime timide, anche se certamente incomplete, possibili soluzioni. Cosi come tutta la geomeccanica degli ammassi rocciosi così cara alla scuola austriaca, fu importata in Italia dal compianto prof. Luciano Broili, geologo, del quale proprio quest’anno ricorre il ventesimo anniversario dalla morte, quando ancora nessun geotecnico italiano neanche si poneva il problema,.
Infine qualcosa sul disseto idrogeologico. Problema immane nella nostra Italia. Basta scorrere le cronache dei giornali di tutti i giorni per rendersene conto. Ma anche problema estremamente complesso come complesso è il territorio che solo le Scienze della Terra studia nella sua genesi, nelle sue trasformazioni, nella sua evoluzione. Comprendiamo bene le ragioni, tutte corporative, che spingono gli ingeneri a voler essere considerati attori del problema e non abbiamo difficoltà ad accettarli come paritetici compagni di viaggio in questa sfida spropositata che merita l’attenzione disinteressata di tutti. Ci auguriamo solo che le sirene stonate dei soliti imbecilli che ritengono, nella loro ignoranza, di essere esclusivi depositari del verbo idro-geo-morfologico rimangano inascoltate: per il bene della scienza, per il bene dell’Italia.