23.01.2015 – C’è un tempo geologico in cui l’intervento umano è accelerato talmente da aver modificato l’ambiente con un impatto nuovo, dirompente e più rapido rispetto al passato. È l’era geologica in cui oggi viviamo, iniziata, secondo gli studiosi, negli anni Cinquanta circa o più precisamente il 16 luglio 1945, data in cui nel deserto del New Messico fu fatta detonare la prima bomba atomica. Con il primo test nucleare della storia del mondo e pochi giorni prima dell’attacco di Hiroshima la Terra entrava dunque nell’era dell’Antropocene (dal greco Anthropos, uomo, ekoinos, recente). La ricerca – apparsa recentemente sulla rivista specializzata Quaternary International – è stata presentata nel corso del World Economic Forum di Davos.
Antropocene
Da molti anni geologi, esperti in stratigrafia, scienziati, climatologi, discutono su quale sia la data in cui l’Olocene, iniziato 11 mila anni fa, si sia concluso. Il termine Antropocene venne coniato già nel 2000 dal chimico olandese premio Nobel Paul Crutzen, mentre la data-simbolo del 16 luglio 1945 è frutto di una ricerca compiuta da un gruppo internazionale di studiosi facenti parte dell’Anthropocene Working Group (Awg), in cui lo stesso Crutzen è incluso e capitanata da Jan Zalasiewicz dell’Università di Leicester.
Data simbolica
Per lo studioso britannico la scelta è simbolica: «Come ogni confine geologico, la data non è un marcatore perfetto, ma è una opportunità per evidenziare dove sia partito il cambiamento a livello planetario a opera dell’uomo». Questa proposta, cui sottende una decisione dunque geologica prima che storica, dovrà essere accettata e approvata dall’intero gruppo e ufficialmente sancita dallaCommissione internazionale di stratigrafia (Ics), che si pronuncerà sul tema entro il 2016. Per il momento la ricerca è stata presentata a Davos al World Economic Forum. La motivazione del cambiamento geologico è insita nell’esplosione stessa dell’atomica: da quel momento infatti alcuni isotopi radioattivi sono entrati a far parte anche degli strati delle rocce sedimentarie. A questo si aggiungono altri inequivocabili interventi umani: la diffusione della plastica a partire dagli anni Cinquanta ha modificato il tipo di sedimenti depositato sui fondi marini, per esempio, e ancora ha cambiato la struttura dei ghiacci, tracciando così un confine e una differenza marcata rispetto al passato, data dall’intervento e dalla responsabilità umana.
L’inizio di una nuova era
Esistono proposte alternative alla data di detonazione dell’atomica: molti geologi sostengono che il tempo in cui l’uomo iniziò con il suo operato a compromettere e plasmare la Terra va fatto risalire alla diffusione dell’agricoltura (la sua invenzione corrisponde a 10mila anni fa circa), altri ancora sostengono che sia utile guardare alla rivoluzione industriale (dalla fine del Settecento), mentre alcuni studiosi pensano che il cambiamento dirompente debba ancora avvenire. In termini geologici, ciò non deve stupire: i ragionamenti dei geologi abbracciano migliaia e spesso milioni di anni, piuttosto che i tempi brevi su cui siamo abituati a discernere.
I 24 indicatori del Sistema Terra
A motivare e rinforzare la teoria proposta dal gruppo di 26 geologi dell’Awg si aggiunge uno studio pubblicato nei giorni scorsi, guidato dal professor Steffen della Australian National University. La ricerca ha analizzato l’impatto dell’uomo sull’ambiente negli ultimi sessant’anni proprio a partire dalla data contraddistinta come inizio dell’Antropocene e ha scelto 24 indicatori globaliche testimonierebbero come l’attività umana e soprattutto il sistema economico globale siano il primo driver del cambiamento del Sistema Terra, ovvero la somma dei processi umani, biologici, chimici, fisici che interagiscono tra loro. Dei 24 indicatori, dodici riguardano in particolare l’azione umana (crescita economica, popolazione, consumo energetico, uso dell’acqua, trasporti, telecomunicazioni e così via), e altri dodici riguardano invece l’ambiente (biodiversità, deforestazione, ciclo del carbonio, ciclo dell’azoto ne fanno parte).
La Grande accelerazione
I risultati dello studio evidenziano come in molti settori il forte processo di accelerazione del cambiamento dovuto all’intervento umano abbia già portato la Terra a superare il limite, e questo è avvenuto soprattutto a partire dagli anni Cinquanta. Dal 1950 infatti i grandi cambiamenti mondiali sono direttamente collegati al sistema economico. Alcuni esempi: l’uso di fertilizzanti è aumentato di otto volte, l’uso di fonti di energia è aumentato di cinque volte, la popolazione che abita nei centri urbani è aumentata di sette volte. A livello ambientale, sempre a partire dagli anni Cinquanta si è avuta una accelerazione nei danni subiti alla biosfera e all’estinzione di diverse specie, nel cambiamento climatico, nei livelli di sostanze inquinanti presenti nei mari. E proprio questo cambiamento, la cui accelerazione è stata così drammatica e veloce a partire da 65 anni fa, è una delle motivazioni più forti che sostengono la teoria dell’inizio dell’Antropocene nello stesso periodo.
di Eva Perasso
Fonte: Corriere della Sera