Islanda, 9 marzo 2011 – Il governo islandese sta esaminando la possibilità di trasmettere il proprio surplus energetico, stimato in 18 TWh di energia idroelettrica e geotermica, nel Regno Unito attraverso un cavo di trasmissione lungo 727 miglia, di cui l’utility statale Landsvirkjun sta studiando la realizzazione.
Il progetto in realtà non è nuovo, ma per anni è stato soltanto vagamente ipotizzato e in questi giorni è tornato alla ribalta grazie al ministro dell’Industria islandese, Katrin Juliusdottir, che ha rilanciato e spiegato nei dettagli l’iniziativa e all’azienda utility statale Landsvirkjun, che sta cercando di sviluppare un piano concreto avviando uno studio di fattibilità dettagliato.
Per il vulcano Eyjafjöll, la cui nube di ceneri nel 2010 paralizzò il traffico aereo di alcuni paesi dell’Europa centro-settentrionale, è giunto il momento del riscatto. Ancora geotermicamente attivo, potrebbe infatti produrre un quantitativo di energia sufficiente ad alimentare 5 milioni di case europee.
Landsvirkjun attualmente produce il 75% di energia elettrica dell’Islanda, la quale ora impegnata nel progetto del cavo di trasmissione lungo 727 miglia per collegare l’isola alla Scozia e consentire così l’esportazione di energia fino a 1,2 miliardi di dollari.
Il costo di attuazione previsto è di 2,1 miliardi di dollari e comporta anche numerose sfide da affrontare a livello tecnologico. Tuttavia, il Ministro dell’Industria Juliusdottir ha affermato che il progetto gode del pieno sostegno del governo.
Secondo quanto riferito a Bloomberg da Valdimar Armann, economista manager di Gamma, le esportazioni annuali di energia pulita potrebbe raggiungere circa un decimo del Pil nazionale dell’Islanda. Aumentare le entrate è ovviamente il fine ultimo del progetto, considerando il crollo delle due principali banche che hanno finanziariamente messo in ginocchio il paese.
di O.O.
Fonte: www.geologi.info