04/11/2011 – Mentre l’Italia rischia seriamente il crollo della propria economia e il paesaggio viene sconvolto da frane e alluvioni, sembrerebbe che il Governo abbia finalmente trovato il modo per fronteggiare tutte le difficoltà. Con una mossa degna dei migliori economisti mondiali, si è capito che il problema non sono le banche, le pensioni, il PIL o la disoccupazione. Il vero problema della nostra economia sono i liberi professionisti che ancora possono utilizzare i minimi tariffari come riferimento per il calcolo delle loro parcelle.
Ecco allora che con un bel colpo di spugna, all’interno del prossimo decreto Sviluppo, si sta percorrendo la lungimirante strada dell’abolizione dei minimi tariffari anche come riferimento. Il decreto Sviluppo eliminerà dall’art. 3, comma 5, lett d) del Dl n. 138/2011 (convertito dalla legge n. 148/2011) ogni riferimento alle tariffe professionali, che non potranno essere utilizzate neanche come base per la pattuizione del compenso professionale.
Durissimo il commento del Presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, che nonostante i tentativi di far ragionare deputati e senatori, si chiede come mai “mentre la crisi economica impone quelle scelte strategiche alle quali i lavoratori dell’intelletto danno quotidiane risposte concrete, parte della classe politica ed alcune rappresentanze del mondo economico ripropongono addirittura l’abolizione dei riferimenti tariffari (e non la tariffa minima che già non esiste più) tra le misure necessarie alla risoluzione dei problemi economici”.
Netta la presa di posizione del Presidente Graziano che chiede senza giri di parole quale sia la Strategia del Governo (se tale può essere chiamata) per fronteggiare il periodo di crisi che imperversa. “Ci spieghino quali prospettive di risparmio economico essi (i politici) individuano in questa drastica ed inutile abolizione e ci spieghino cosa diranno all’Europa, quando essa ci chiederà conto della trasparenza degli affidamenti dei servizi, laddove l’unico riferimento possibile per determinare le soglie per la scelta delle procedure è proprio la tariffa”.
“Tutto questo mentre in Germania, Paese molto spesso preso a modello di efficienza e di potenza economica vengono addirittura reintrodotte le tariffe minime per le professioni tecniche – ha proseguito Graziano – a garanzia della qualità dei servizi e delle opere progettate. Se in Germania le tariffe non sono un impedimento allo sviluppo, anzi sono una garanzia, perché in Italia si deve ragionare in maniera opposta?”.
Ancor più pungente Graziano si è chiesto se “dopo i riferimenti alle tariffe, non stia per giungere l’ora di abolire anche i riferimenti ai prezziari nelle gare di lavori e forniture, deregolamentando definitivamente un settore in forte crisi, che invece avrebbe bisogno di regole per la ripresa. Vorrei che tutta la classe politica si esprima in maniera chiara sul futuro dei professionisti, che vivono ormai da tempo un forte disagio economico, del quale non sembra doversi interessare troppo”.
Dura è anche la denuncia di Vittorio D’Oriano, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Sull’onda emotiva della pesante crisi che si sta abbattendo su tutta l’economia mondiale ed Italiana in particolare, c’è chi si approfitta per fare del mercato un “orto esclusivo” dove le regole, le procedure, i costi e i guadagni sono decisi solo dalle imprese. Ma non da tutte, solo quelle che da sempre fanno il bello e cattivo tempo decidendo chi deve lavorare e quanto deve guadagnare. Sono le Imprese che hanno ottenuto, senza gara, senza garanzie, spesso senza titolo alcuno, grandi appalti solo per la vicinanza ora all’altissimo dirigente dello Stato, ora a quel Capo dipartimento, ora a quel politico: in cambio dei favori del corista di turno, dell’abile massaggiatrice, del trans d’oltreoceano, del “mezzanino” uso abitazione. Questa è l’Italia che vogliono e che sognano e che purtroppo già hanno”.
Dunque, ha concluso D’Oriano “I Geologi, liberi professionisti, proprio perché liberi, rifuggono da questa logica e la additano fra le principali cause dello sfascio del nostro Paese e fanno appello alla coscienza civica degli italiani perché si ribellino a questo andazzo che ci sta facendo sprofondare, ogni giorno di più, verso uno stato dove conteranno solo i grandi gruppi imprenditoriali e finanziari che, ironia della sorte, lo sono solo a spese degli italiani”. Nella speranza che risposte chiare ed esaurienti siano fornite dai nostri politici, ci auguriamo che una strategia chiara, condivisa e lungimirante sia stata già approvata o per lo meno sia nell’aria, affinché si prepari il terreno ad un progetto a lungo termine che eviti il tracollo ad un’intera categoria di professionisti.
A cura di Ilenia Cicirello
Fonte: www.lavoripubblici.it